Il pomelo
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25 Novembre 2016I° pillola sulla dieta mima digiuno
Qual è il segreto per vivere sani a lungo?
Ce lo svela nel suo libro Valter Longo, lo scienziato italiano i cui studi rivoluzionari su alimentazione e longevità sono diventati un punto di riferimento per chi è attento alla salute, che passa anche per una corretta alimentazione.
Rivoluzionari, ma non troppo, i suoi dettami, non solo perché dimostrano che è insita nel nostro corpo, la capacità di mantenerci giovani e all’occorrenza rigenerarci, ma anche perché aprono una strada che va oltre la prevenzione per diventare vero e proprio strumento di cura.
Curarsi con il cibo è possibile, anzi, è la strada giusta per ridurre il grasso addominale, rigenerare e ringiovanire il nostro corpo abbattendo in modo significativo il rischio di cancro, patologie cardiovascolari e autoimmuni, diabete e malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Il digiuno è l’astensione, volontaria o meno (ma noi ora faremo riferimento a quella volontaria) dai cibi solidi e in senso stretto da solidi e liquidi. C’è molta differenza fra un digiuno che preveda comunque l’assunzione di acqua e un digiuno totale; nel primo caso, un soggetto sano può sopravvivere 25-30 giorni; nel secondo caso i giorni di sopravvivenza sarebbero drasticamente ridotti. Ovviamente sulla sopravvivenza incidono fattori come l’età, il peso, il clima, la condizione di salute, etc.
Nel digiuno di breve durata (24 ore circa) le esigenze metaboliche dell’organismo sono sostenute, oltre che dalla glicogenolisi epatica, anche dall’ossidazione dei trigliceridi; il glicogeno contenuto nel fegato, infatti, è piuttosto limitato ed è quindi necessario che l’organismo ricorra, al fine di risparmiare glucosio (destinato soprattutto al cervello e ai globuli rossi), agli acidi grassi.
In seguito l’organismo ricorre a un processo metabolico noto come gluconeogenesi, che ha lo scopo di mantenere costante la concentrazione di glucosio nel sangue; attraverso questo processo il glucosio viene sintetizzato utilizzando precursori non glucidici (aminoacidi, glicerolo, acido lattico, piruvato ecc.).
Il processo di gluconeogenesi tende, con il tempo, a perdere di efficacia, tanto che il rifornimento di glucosio al cervello è sottodimensionato; diventa quindi necessario il ricorso ai corpi chetonici (acetone, aceto acetato e idrossi-butirrato); questi derivano dal metabolismo dei lipidi; in assenza di zuccheri, infatti, i lipidi non possono essere utilizzati ai fini energetici e l’organismo è costretti a trasformarli in corpi chetonici, sostanze che hanno determinate caratteristiche che li rendono simili agli zuccheri, in primis la loro notevole velocità di immissione e la rapidità di utilizzo. Questo meccanismo, la chetosi, ha come effetto positivo l’allungamento della sopravvivenza dell’organismo, ma gli “effetti collaterali” non mancano, come ad esempio l’ incremento dell’acidità ematica e il superlavoro cui vengono sottoposti due importanti organi come reni e fegato per smaltire i corpi chetonici in eccesso.
Per tanto è necessario che le diete che mimano il digiuno siano effettuata sotto stretto controllo medico.
Eminenti studiosi dicono:
«La dieta mima-digiuno abbassa i fattori di rischio associati all’invecchiamento, come ad esempio le malattie cardiovascolari, il diabete, l’obesità e il cancro. In pratica l’invecchiamento viene rallentato, assicurandoci dieci anni di vita in più.»
Molto salutare e adatta a tutti è invece la dieta mediterranea con alcune variazioni, che prevede quanto segue:
- adottare una dieta a basso contenuto di proteine animali.
- limitare il consumo di pesce (facendo attenzione al mercurio) a tre pasti alla settimana.
Dopo i 70 anni però è opportuno alzare leggermente il consumo di proteine anche animali per non perdere massa muscolare.
- ridurre il consumo di grassi saturi e zuccheri
- consumare carboidrati complessi (verdura e legumi)
- consumare olio extra vergine d’oliva e frutta secca (un pugno al giorno di mandorle, noci, nocciole)
- integrare eventualmente la dieta con integratori di vitamine e sali minerali
- consumare tutti i pasti della giornata nell’arco di 12 ore massimo
- tenere sotto controllo il grasso addominale e il peso corporeo in generale
- mangiare cibi “antichi” e non troppo artefatti
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